Come nel caso di grandi festival (Montreux ne è l’esempio massimo), anche numerose aziende soprattutto enologiche, birrifici e produttori di liquori, o più in generale appartenenti al mondo beverage, in passato e ancora oggi hanno deciso di investire nella realizzazione di etichette d’autore, di legare la propria immagine a quella di artisti famosi.
Nonostante sia un “semplice pezzetto di carta”, l’etichetta infatti ha un ruolo di vitale importanza nella comunicazione del brand e dell’immagine del prodotto. Oltre a informare il consumatore relativamente al prodotto che ha di fronte, veicola l’identità del prodotto. La sua riconoscibilità, e di conseguenza quella dell’azienda produttrice, sono sempre più legate alla storia che l’etichetta è in grado di raccontare.
La riconoscibilità di un’etichetta, e di conseguenza quella dell’azienda produttrice, sono sempre più legate alla storia che l’etichetta stessa è in grado di raccontare.
Nel mondo enologico ci sono vari esempi di cantine che hanno intrapreso questa strada, come la leggendaria Château Mouton Rothschild, in Francia. La cantina francese commissionò infatti ad alcuni dei più grandi artisti del secolo scorso, tra cui Georges Braque, Francis Bacon, Antoni Tàpies e Joan Mirò, le etichette per i “grand cru” di Bordeaux.
In Italia invece la Tenuta di Sant’Anna, ad Annone Veneto, ha utilizzato per le proprie etichette le opere di Velasquez, Gauguin, Bruegel e Botticelli, mentre La-Vis in Trentino i dipinti di Segantini, o le cantine di Menfi ad Agrigento i dipinti di Guttuso.
Poi però ci sono anche aziende che si affidano ad un singolo artista con lo scopo di creare un’identità visiva riconoscibile e ben connessa con quella dell’artista stesso. Ne è un esempio la casa siciliana Donnafugata che nelle sue etichette racconta il suo vino e la sua terra attraverso il linguaggio illustrato dell’artista Stefano Vitale.
Tra le colline fiorentine invece la casa vinicola Ruffino per realizzare l’etichetta di 6mila bottiglie di Chianti Superiore 2012 ha addirittura coinvolto lo street artist Clet Abraham, noto per le originali modifiche ai cartelli stradali; da questo sodalizio è nata l’opera Janine, un’etichetta che trasforma la bottiglia di vino in un volto di donna.

Negli ultimi anni però è in atto una vera rivoluzione nel mondo della birra. La nascita di numerosissimi birrifici artigianali, spesso portati avanti da giovani, ha fatto sì che in questo settore si rinnovasse sia il gusto che l’aspetto estetico della birra. La modernità di queste nuove birre aveva bisogno di un’immagine che fosse altrettanto all’avanguardia e si è infatti molto diffusa la pratica di affidare il disegno delle etichette a illustratori e artisti contemporanei.
La nascita di numerosissimi birrifici artigianali, spesso portati avanti da giovani, ha fatto sì che in questo settore si rinnovasse sia il gusto che l’aspetto estetico della birra.
L’illustratore Karl Grandin ad esempio ha collaborato con la marca Omnipollo nella realizzazione di numerose etichette, che sono state utilizzate anche per l’allestimento di una mostra sulla birra. In Italia un birrificio storico come quello della Nastro Azzurro ha affidato all’illustratore Riccardo Guasco il compito di realizzare una serie di etichette “top collection”. Quest’ultimo tra l’altro non è nuovo nel settore dato che è stato coinvolto nella realizzazione del packaging per Birra Dalle Rive e delle etichette dei vini Tenuta Mora Bassa. E come non citare l’artista Alec Doherty che ha seguito sin dall’inizio l’immagine delle etichette del birrificio londinese Partizan. In questo caso la collaborazione si spinge ancora oltre la “semplice” produzione di un’etichetta, arrivando a rappresentare la stessa comunicazione di marca: quelle Partizan non sono solo etichette, ma sono identificative del marchio stesso e riflettono l’intero processo di produzione e le caratteristiche della birra stessa.
Come sempre la storia poi ci insegna che basta guardarsi indietro per capire come i presupposti per le rivoluzioni di ogni tipo siano stati già preparati da chi è venuto prima di noi. Se oggi il mondo dell’arte e quello del beverage vanno a braccetto, una buona parte di merito è di un artista che ha rappresentato un esempio pionieristico nell’approccio al design del prodotto e delle etichette: Fortunato Depero. Egli ha infatti infranto le barriere che dividevano l’arte dagli oggetti della vita quotidiana, ridefinendo la linea di demarcazione tra campo artistico e quello commerciale, portando l’arte dove oggi ci sembra del tutto normale.