Il nuovo brand ternano che fa del dialetto la sua forza
Il mese di dicembre ha visto nascere nuovi progetti interessanti nella città di Terni, in primis il temporary shop 30 Holy Days che per trenta giorni ha riunito insieme artigiani, produttori e progettisti del territorio e le loro creazioni.
Tra le varie realtà e brand che hanno aderito al progetto, ce n’è una nata proprio per l’occasione che si chiama Èllole.
Èllole è un bisogno sommerso che ha provato sempre a venire fuori.
Èllole sono tre anime che nel loro girovagare si incontrano nell’istante in cui tutte stanno cercando qualcosa, e si fermano.
Èllole è una sintesi dei percorsi battuti finora, è la possibilità di rendere concrete le idee che ci solleticano.
Èllole è un’impresa eccezionale, perché parte dal niente, dal mantra che ha guidato come un faro la nostra generazione fino ad oggi: “non c’è budget”.
Èllole nasce senza un motivo, è come chiedere ad un bambino perché ride, non c’è una spiegazione, gli va di farlo e basta.
Èllole sono Laura, Irene e Paola.

Abbiamo pensato di scambiare quattro chiacchiere con Laura, Irene e Paola proprio per farci raccontare come è nato il progetto e quali sono i prodotti che hanno realizzato e stampato per l’occasione.
Èllole, come dichiarate voi stesse, è “una sintesi dei percorsi battuti finora, è la possibilità di rendere concrete le idee che vi solleticano”. Quali sono i percorsi battuti fino ad ora?
Èllole è innanzitutto incontro. Incontro di tre strade, come un crocevia.
Incontro di tre persone, molto simili e molto diverse. Incontro di percorsi ed intenti.
Veniamo da background differenti: Paola ha studiato lingue, è illustratrice e titolare, insieme a Valentina, dello studio di comunicazione pubblicitaria The Box Project; Laura è una make-up artist e titolare di Holy Food, la bottega in cui tutto è iniziato, sede della maggior parte dei nostri brainstorming; Irene è architetta e ha un raffinato progetto di sartoria indipendente, Label.
Come si può intuire, l’incontro dell’eterogeneità di queste strade è stato una fucina perfetta di creatività.

E quali sono le idee che vi solleticano?
Quello che ci ha unito, fin da subito, è stato il desiderio di dare respiro a tutta una serie di progetti nel cassetto che ognuna di noi da sempre ha. Ma siamo partite, possiamo dire, dalla localizzazione.
Abbiamo messo una bandierina sul mappamondo, Terni, definendo il luogo in cui ognuna di noi è tornata o arrivata (Paola da Roma è tornata qui, Irene ha fatto lo stesso da Grosseto, Laura è la bergamasca più rossoverde che possa esistere).
Siamo partite da qui. Dalla geografia di una città che passa per i vicoli ed entra nelle case della gente.
Una città dall’identità forte, capace ancora di sorridere, nonostante l’evidente stato di dissesto che permea ogni cosa, dai teatri chiusi, alle serrande dei negozi abbassate, ai cantieri fermi da decenni.
Una città con un marchio industriale molto forte, che l’ha forgiata e piegata, ma che non ha impedito il sorgere di un fermento creativo e artistico che cerca una sua voce ed espressione.
Da questo ci siamo fatte forza nel dare fiducia ai progetti creativi che ognuna di noi aveva nei cassetti impolverati del “quando avrò tempo”. In questo l’incontro è stato davvero importante: nella fiducia che ognuna di noi aveva riguardo le idee dell’altra.
Quello che abbiamo realizzato è un primo passo, fatto con incredibile entusiasmo e moltissima paura, ma che si è rivelato per quello che era: un abbraccio alla città.

Quello che abbiamo realizzato è un primo passo, fatto con incredibile entusiasmo e moltissima paura, ma che si è rivelato per quello che era: un brand che abbraccia la città.
“Erta” è il primo progetto di Èllole. Un modo ironico per raccontare l’identità linguistica di una città. In cosa consiste?
Erto/a è una parola che in italiano vuol dire faticoso, ripido alla salita. Nel dialetto ternano la utilizziamo correntemente per definire qualcosa “di un certo spessore”.
Erta per noi rappresenta entrambi i significati: un progetto denso di significato, di un certo spessore, e allo stesso tempo un progetto impegnativo, ripido. Nasce dall’esigenza di ricostruire l’identità di una città che ha perso il suo senso di appartenenza, quel sentimento che fa sopravvivere una civiltà urbana di generazione in generazione.
E come ricostruire quell’identità? Partendo da chi la nutre e la definisce: le persone.
Erta è una piccola collezione che nasce come idea di un’immagine che identifichi Terni. Non avendo monumenti o luoghi riconoscibili dai più, abbiamo pensato di far parlare proprio le parole anziché le immagini.
La capsule collection è costruita intorno ad alcune parole e modi di dire che, nonostante tutto, sono sopravvissuti al tempo, fanno parte della nostra memoria collettiva e permettono a diverse e lontane generazioni di stare in un territorio comune. Chetteggéli, per fare un esempio, è un concetto trasversalmente molto chiaro! 🙂



L’ironia e il gioco rappresentano lo spirito di Èllole, ma l’approccio al progetto è invece serio e scrupoloso. In che modo le tre vostre differenti professionalità riescono a intrecciarsi e integrarsi?
Alla base del progetto c’è la nostra filosofia di vita, che è anche il testo di una delle tovagliette da colazione: “lo magnà è pocu, ma lu ride è tantu”. L’ironia è ciò che ci salva dalla nostra vita di precariato in una città in crisi. Ma ridere per noi, oltre a uno stato esistenziale, è una cosa serissima, come serio è l’approccio che abbiamo al nostro lavoro.
Per ognuna di noi Ellole è la terza attività, un progetto in cui abbiamo creduto, al quale abbiamo dedicato energie e passione e in cui ognuna di noi ha potuto esprimere la sua attitudine principale: Laura si è occupata della comunicazione e della parte logistica, Paola della grafica, Irene della produzione sartoriale.
Ma come ogni gruppo creativo che si rispetti, le idee sono nate stando insieme. Dall’incontro, dall’”invasione di campo” delle competenze, dal confronto.
Tra i prodotti stampati per voi da Arti Grafiche Celori ci sono anche un porta pane e una tovaglietta, per i quali avete scelto un particolare tipo di carta lavabile (fino a 60 gradi).
Avreste mai pensato fino a qualche tempo fa che prodotti di questo genere potessero essere stampati da una tipografia?
Assolutamente no! L’idea delle tovagliette e del porta pane ci è proprio balzata in mente quando abbiamo scoperto, grazie ad Arti Grafiche Celori, l’esistenza della carta lavabile (anche in lavastoviglie e in lavatrice fino a 60°).
Ci è sembrato subito un ottimo materiale per realizzare dei prodotti semplici, funzionali ma innovativi. Ovviamente personalizzati con lo stile di Èllole.
Questo tipo di carta infatti è impermeabile e resistente agli strappi e questo quindi già la rendeva perfetta per “magnacce lu pane”. Inoltre la sua predisposizione ad essere anche cucita ha fatto si che potesse essere personalizzata a nostro piacimento.

